martedì 9 ottobre 2007

Un nobel (anche) italiano

Mario Renato Capecchi, classe 1937, è tra i vincitori del Nobel per la medicina. Nato a Verona, ancora bambino emigrò negli States con la madre, in cerca di riparo dai disastri della seconda guerra mondiale. Da qui iniziò una brillante carriera scolastica e professionale, ricca di riconoscimenti a livello internazionale, sfociata nell’assegnazione di quello che è considerato il premio di più alto valore che la società possa riconoscere ad uno studioso, appunto il Nobel.
Non è il caso di Capecchi, ma leggendo questa notizia è stato impossibile non pensare alle cosiddette “fughe di cervelli” che, trascurati e considerati poco o nulla, sono costretti ad allontanarsi dalla patria alla ricerca di un sito più ospitale dove esercitare (degnamente) la propria professione. Un fenomeno tutto nostrano, purtroppo. Nella classifica mondiale, l’Italia è all’ultimo posto per investimenti in ricerca e università (ma al settimo per lo shopping in armamenti). I cervelli esportati sarebbero, secondo alcune stime, 30mila l’anno, con costi di formazione degli stessi (perché li facciamo studiare - e pure bene - prima di far prendere loro il volo) intorno agli 8 miliardi di euro. In Italia restano 52mila scienziati, i peggio pagati d’Europa, gente che per passare ore e ore davanti ad un microscopio spesso prende 800 euro al mese, per tre mesi rinnovabili. Magari, i pochi fortunati sono o “figli di” o appartenenti a baronati di ben chiari colori politici (ed è molto probabile che solo un esiguo numero stia lì esclusivamente per merito). Un esempio? Lo scorso 2006 il piano finanziario ha previsto fondi pari a 60 milioni di euro per lo studio delle nanotecnologie. Un passivo pesante rispetto agli altri paesi dell'Europa avanzata, come Inghilterra e Germania che, invece, spendono circa 300 milioni l'anno. A livello mondiale, nel 2006 i finanziamenti pubblici disponibili hanno superato i 4,5 miliardi di dollari e si va oltre i 10 miliardi se si considerano anche quelli privati. Gli Stati Uniti, entro la fine del 2007, arriveranno a stanziare 1,5 miliardi di dollari.
Sono solo alcune cifre. Per riflettere.
Chiudo questo post suggerendo “Memorie di un vecchio felice - Elogio della tarda età” (Longanesi), scritto da un eccellente Piero Ottone.

1 commento:

Grig ha detto...

Ciao!Mi ha fatto piacere che una giornalista tuttofare (da come ho dedotto leggendo il post precedente...eheh, complimenti!!) sia passata dal mio blogghino!
Essendo di Verona mi sento doppiamente orgogliosa e in più capisco perfettamente la situazione di.."migrazione di cervellame", anche se nel mio settore lo chiamerei "fuga di matite". Fumettisti e illustratori se ne vanno in Francia per pubblicare...io spero di farcela in Italia!
Ciao e complimentoni! :D