domenica 15 febbraio 2009

Polvere di governo

"La crisi ha dimensioni che non sono ancora definite e la guardiamo con preoccupazione" lo ha detto Mr "Mi consenta" finalmente riconoscendo, dopo mesi di bugie, la precarietà dell'economia italiana (e si che noi di precariato ce ne intendiamo). Dopo un lungo periodo di finto ottimismo, di remar contro ad una realtà evidente agli occhi di tutti, l'onorevole premier ha calato la maschera e ha dovuto mandar giù l'amaro boccone. Sono curioso di sapere adesso quale sarà la reazione di Berlusconi & co. visto che a quasi un anno di governo non si è fatto altro che nascondere la polvere sotto lo zerbino.

lunedì 9 febbraio 2009

cara mamma Rai...


...che pensi solo a metterti i soldini di noi onesti contribuenti nelle tue taschine dorate per pagare gli stipendi di Mr del Noce & Co., vuoi almeno correggere il tuo spot? E' oltre un mese che ci martelli per ricordarci di pagare il tuo sobrio canone... ma noi non siamo "abbUonati" ma semplici "abbonati", ahimè, di una televisione di stato che è tutt'altro che colta! sigh...

lunedì 2 febbraio 2009

Il libro... si rispetta o si "vive"?

L'amore per la lettura ha, per me, qualcosa di intimo ed emotivamente molto coinvolgente. E fino a qui credo proprio di non dire nulla di nuovo. L'emozione che arreca un testo, a mio parere (o piuttosto a mia... sensibilità) ben scritto, per me rappresenta un ché di indescrivibile. Spesso e volentieri al contenuto preferisco lo stile e tendo a ricordare molto più un periodo per come è scritto piuttosto che per quello che vuole dire: un aggettivo, una sequenza verbale, una sfumatura avverbiale mi fa letteralmente andare in brodo di giuggiole e tutto il resto passa in secondo piano, anche la più originale delle idee o la più stravagante delle intenzioni. Il torneo di quiddich di Harry Potter? Semplicemente fantastico: impossibile non riconoscere l'infinito nella fantasia umana, chinandosi a tale ricchezza e, soprattutto, apprezzare chi ne fa un così abile uso. Potrei fare altri mille esempi, più o meno originali, e certamente ognuno di noi a seconda delle inclinazioni personali riuscirà a trovare altre abili prove nella letteratura di ogni tempo e luogo. Ma quando la scrittura è considerata cibo per l'anima, è necessario andare oltre il contenuto. A prescindere da quello che dice, resto invaghita dalla capacità che lo scrittore ha di utilizzare la parola giusta al momento giusto. Usando il linguaggio scritto con arte e misura, senza eccedere e con una naturalezza che rispetta il ruolo, il significato, il valore delle parole. E questo rappresenta per me un libro. Io il libro lo vivo, lo tocco, lo sporco (considerando i miei lunghi viaggi quotidiani in autobus e metro...), prendo nota sui margini delle sue pagine, sottolineo con i colori (rigorosamente sfumature pastello... lo so è una delle mie "fisse"!) e metto anche qualche post it. C'è sempre una matita nel suo interno, accompagnata da un segnalibro perché, quantunque lo viva fino in fondo, odio le cosiddette "orecchie". E sì, perché il libro va anche rispettato...

Post Scriptum
Sto per terminare "L'eleganza del riccio" (di Muriel Barbery): al di là dei contenuti, semplici e legati alla quotidianità dei protagonisti, questo è un libro che rappresenta per me l'essenza della lettura, insomma quello che ho provato a dirvi con questo post. A seguire "A un cerbiatto somiglia il mio amore" (di David Grossman) che sta lì e mi osserva, pronto per essere vissuto...