lunedì 3 settembre 2007

Valentino docet

Immaginate un ragazzo simpatico, brillante, sempre sorridente e disponibile. Votato alla sua carriera, serio e vero professionista. Pagine e pagine di giornali riempite con sue foto ed interviste prima, durante e dopo ogni gara. Un esempio di stile. Per la vita e per lo sport.
Ora osservate lo stesso ragazzo da un’angolazione un po’ diversa. Si tratta di una persona priva di senso civico, che escogita sempre il modo per trarre vantaggio da ogni situazione a scapito della collettività. In poche parole, uno che bada ai suoi esclusivi interessi.
Pensate che questo ragazzo vi piacerebbe ancora?
I campioni dello sport si chiedono mai quale ascendente esercitano sui loro fan, soprattutto su quelli più giovani? Eppure proprio a coloro che desidererebbero emularli lanciano spesso messaggi ambigui e privi di onestà. Ultimamente i rotocalchi si sono riempiti di altre spiacevoli verità riguardanti il mondo dello sport, quello che, per eccellenza, dovrebbe essere l’emblema dello svago e della spensieratezza. Una volta c’era il doping (autolesionista e antisportivo per eccellenza), poi è stata la volta degli squallidi complotti societari (alias calciopoli, alias “che vinca il più prepotente”), oggi c’è la frode (fiscale, naturalmente). Vi sembra possibile che un campione pluripremiato, pluripagato, pluristipendiato, uno sponsor su due gambe che mai si mostrerebbe in pubblico senza indossare almeno un cappellino, un paio di occhiali o una t-shirt griffatissimi, possa eludere uno tra i primi doveri di ogni cittadino? Parliamo di persone che guadagnano anche solo respirando, che per ogni apparizione percepiscono un cospicuo gettone di presenza e che spesso e volentieri non si muovono se non dietro accordi di tipo commerciale. Quanti anni dovrebbe lavorare un impiegato per guadagnare quello che un “campione” percepire in un mese di “lavoro”? Sono state dette e scritte tante cose, alcuni hanno ritrattato sull’onda di una falsa umiltà, i più continuano a fingere, nessuno si è realmente pentito. A noi basta declamare un semplice slogan che descrive gli assi dello sport disonesto per quello che realmente sono: Mens insana in corpore sano.

4 commenti:

*aquilarco* ha detto...

cavoli, complimenti per il blog...
ho dato una rapida occhiata ma giuro che tornerò a leggere con piu attenzione...è gia fra i preferiti :)
e bella anche la lista 'da ascoltare'...intenditori!!! :D
a presto!

aquilarco

Anonimo ha detto...

Ehi aquilarco, la tua è stata proprio un'iniezione di energia!
(sono blogger proprio da poco e ho intrapreso questa strada con moooolta umiltà, conscia di entrare in un'universo di "grandi"!!!)
condivido: la scelta dell'ascolto è davvero special...

Anonimo ha detto...

Beh, si può sempre far meglio....
come esordio ci siamo, ma cercate di non parlare sempre delle solite, vecchie, polverose, cose di tutti i giorni. Tanto a parlare (solo), cosa serve?? Cmq grafica carina e bella scelta di colori (sono nel settore e me ne intendo...)

LauBel ha detto...

Grazie a tutti, complimenti e consigli sono sempre bene accetti!
Per essere alle prime armi siamo contenti cosi e, poi (per "anonimo"), non crediamo che parlare di certi argomenti in modo esplicito sia una cosa da nulla, anzi... tante voci unite insieme lo sai cosa possono fare, sì???