Mario Renato Capecchi, classe 1937, è tra i vincitori del Nobel per la medicina. Nato a Verona, ancora bambino emigrò negli States con la madre, in cerca di riparo dai disastri della seconda guerra mondiale. Da qui iniziò una brillante carriera scolastica e professionale, ricca di riconoscimenti a livello internazionale, sfociata nell’assegnazione di quello che è considerato il premio di più alto valore che la società possa riconoscere ad uno studioso, appunto il Nobel.
Non è il caso di Capecchi, ma leggendo questa notizia è stato impossibile non pensare alle cosiddette “fughe di cervelli” che, trascurati e considerati poco o nulla, sono costretti ad allontanarsi dalla patria alla ricerca di un sito più ospitale dove esercitare (degnamente) la propria professione. Un fenomeno tutto nostrano, purtroppo. Nella classifica mondiale, l’Italia è all’ultimo posto per investimenti in ricerca e università (ma al settimo per lo shopping in armamenti). I cervelli esportati sarebbero, secondo alcune stime, 30mila l’anno, con costi di formazione degli stessi (perché li facciamo studiare - e pure bene - prima di far prendere loro il volo) intorno agli 8 miliardi di euro. In Italia restano 52mila scienziati, i peggio pagati d’Europa, gente che per passare ore e ore davanti ad un microscopio spesso prende 800 euro al mese, per tre mesi rinnovabili. Magari, i pochi fortunati sono o “figli di” o appartenenti a baronati di ben chiari colori politici (ed è molto probabile che solo un esiguo numero stia lì esclusivamente per merito). Un esempio? Lo scorso 2006 il piano finanziario ha previsto fondi pari a 60 milioni di euro per lo studio delle nanotecnologie. Un passivo pesante rispetto agli altri paesi dell'Europa avanzata, come Inghilterra e Germania che, invece, spendono circa 300 milioni l'anno. A livello mondiale, nel 2006 i finanziamenti pubblici disponibili hanno superato i 4,5 miliardi di dollari e si va oltre i 10 miliardi se si considerano anche quelli privati. Gli Stati Uniti, entro la fine del 2007, arriveranno a stanziare 1,5 miliardi di dollari.
Sono solo alcune cifre. Per riflettere.
Chiudo questo post suggerendo “Memorie di un vecchio felice - Elogio della tarda età” (Longanesi), scritto da un eccellente Piero Ottone.
1 commento:
Ciao!Mi ha fatto piacere che una giornalista tuttofare (da come ho dedotto leggendo il post precedente...eheh, complimenti!!) sia passata dal mio blogghino!
Essendo di Verona mi sento doppiamente orgogliosa e in più capisco perfettamente la situazione di.."migrazione di cervellame", anche se nel mio settore lo chiamerei "fuga di matite". Fumettisti e illustratori se ne vanno in Francia per pubblicare...io spero di farcela in Italia!
Ciao e complimentoni! :D
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